Quando un figlio non arriva

Oggi ho deciso di trattare un argomento molto intimo e delicato, quello delle cicogne che faticano ad arrivare.

Quando ho scoperto di essere incinta, mi sono imbattuta spesso in domande fatte con un filo di imbarazzo e con gli occhi colmi di speranza: “Ma hai fatto la fecondazione assistita oppure questo figlio è arrivato naturalmente? E come hai fatto?”

Racconto la mia storia per sostenere le donne in questo percorso a volte tortuoso, ma soprattutto per ricordare a noi stesse il grande potere che abbiamo a disposizione.

La mia cicogna ci ha messo un po’ di tempo a trovare la strada di casa.

Fino al momento prima di decidere di metter su famiglia non mi ero mai posta alcuna domanda, né tantomeno avevo messo in dubbio il fatto che una volta presa questa decisione, un figlio sarebbe potuto non arrivare.

Per rispondere alla domanda: no, non ho fatto la fecondazione assistita e sinceramente non l’ho mai presa in considerazione semplicemente perché è un percorso che non mi appartiene, non perché abbia qualcosa in contrario.

Credo che si possa essere madri in diverse forme: delle proprie idee e creazioni, dei bambini pelosi o di bambini adottivi.

Cosicché, una volta appurato che entrambi “funzionavamo bene”, ho smesso di seguire qualsiasi manuale ed ho iniziato semplicemente a prendermi cura di me stessa e a continuare a vivermi il rapporto di coppia con amore e serenità.

Ho iniziato un vero e proprio percorso sul femminile (non a caso poi il mio blog!) sulla scoperta e riappropriazione del mio potere di donna, ho lavorato sul mio corpo e sono diventata Moon Mother e nel mentre qualcosa è cambiato.

Io credo che noi donne siamo potenti sopra ogni limite, siamo la connessione con il divino e diamo la vita, solo che troppo spesso ce ne dimentichiamo. Mettiamo in dubbio la nostra capacità di ascoltarci, di sapere cosa è giusto per noi e di seguire il nostro istinto, affidandoci a pareri e giudizi esterni e lasciandoci sopraffare dalla paura.

Dobbiamo lasciare spazio all’amore e affidarci alla nostra antica saggezza.

Ho sempre saputo che un figlio lo avrei avuto. E così, quando davvero non ci pensavo più (un classico!) Celeste è arrivata e insieme a lei una nuova me.

Non sono un medico, nè un’esperta di fertilità, ma l’unico consiglio che mi sento di dare è quello di imparare ad amarci un po’ di più.

Coltiviamo il nostro giardino, portiamo il bello nelle nostre vite, diventiamo le madri di noi stesse e soprattutto concimiamo le nostre relazioni perché vi garantisco che quando la cicogna arriverà avrà bisogno di fondamenta solide su cui atterrare. Portiamo semplicemente l’amore attorno e dentro di noi e dove c’è amore i miracoli non tarderanno ad arrivare.

E nella peggiore delle ipotesi avremo comunque investito il tempo nella cosa più preziosa che possediamo: noi stesse.  

4 thoughts on “Quando un figlio non arriva

  1. Quando scopri che le tue tube sn completamente chiuse, è difficile se non impossibile amare quella parte di te che all’improvviso ti impedisce di avere un bimbo, allora ti aggrappi a ciò che ti viene proposto dalla scienza, ossia nel mio caso la Fecondazione Assistita e lo farei altre mille volte x darmi questa possibilità! Concordo assolutamente sul fatto che bisogna amare e CONOSCERE noi stesse…assolutamente e assicuro che la Fecondazione fa scoprire una parte di noi, della nostra forza che non conoscevamo!! Non pensavo d’essere cosi forte e nn pensavo di riuscire ad affidarmi nelle mani di Dio cosi disperatamente…! Non credevo di non poter aver figli assolutamente…ma se l avessi saputo prima avrei sicuramente fatto anche un lungo percorso su me stessa!! Sn arrivata ad oggi e domani con l’esame del beta scoprirò se il fagiolino ha voluto rimanere dentro la mia pancia, ma un’amica…mi ha detto che mamma lo sono già xhè essere mamma significa anche accettare le decisioni del proprio figlio…spero abbia voluto rimanere, nel caso contrario continuerò a cercarlo x portarlo a casa se lui lo vorrà!! Grazie x la tua testimonianza e grazie x Celeste!! Monica

    1. Cara Monica, grazie a te per aver condiviso la tua esperienza qui sul mio blog.
      Traspare tanta forza e amore dalle tue parole e io ti sostengo e ti auguro di realizzare presto il tuo sogno.
      Bellissimo ciò che ti ha detto la tua amica…è proprio così, tu sei già mamma, tieni questo sentimento stretto a te.
      Un abbraccio e se avrai voglia di scrivermi il mio indirizzo è paola.saponaro1@gmail.com

  2. Gravidanza non cercata a 27 anni. Aborto spontaneo nelle prime settimane. Causa : il mio utero non sopporta l impianto dell’ embrione. Comincio una cura ormonale pesante, non sono più io. Non riconosco il mio corpo. I rapporti sono scanditi dall’ ovulazione, scarsa tra l altro. Arrivo a 32 anni: pre menopausa. Nuova cura perché non posso andarci così giovane. Questa è ancora più pesante della prima. Cambiamo,prepariamoci all’ inseminazione. Esami continui, curva ormonale,controllo della temperatura. Mio marito esame del sangue e calcolo degli spermatozoi, e sembrava stesse andando in guerra. Poi resto a letto per 3 mesi, intervento d urgenza alla schiena. E si ferma tutto, perché la mia possibilità di camminare rischia di essere compromessa. Operazione riuscita, torno a camminare. Finita la fisioterapia, ricomincero’ tutto. Arriva il covid. Il mondo si ferma. E non siamo ancora fuori da questa pandemia. Essendo difficile poter fare qualunque tipo di esame, e dato che non possiamo permetterci una clinica privata della fertilità,il mio ginecologo consiglia, giustamente, di aspettare. Allora torniamo a prendere la pillola, almeno cerchiamo di salvare il salvabile. Io sono a pezzi, ho perso tutto quest’ anno, lavoro, casa, e il lockdown non ha aiutato. Non riesco neanche più ad avere rapporti con mio marito, che non capisce il mio stato d animo e crede ci sia altro sotto. Diventare madre è il mio sogno, ma non credo di avere la forza di sopportare tutto quello che mi aspetta, dato che le possibilità di riuscita sono 1 su un miliardo. E non ho la forza di sopportare un altro aborto, non mi sono ancora ripresa dall’ altro,e credo che non mi riprenderò mai. È un dolore troppo grande. Questa situazione sta distruggendo me psicologicamente e anche il mio matrimonio. Purtroppo è una cosa di cui si parla ancora troppo poco. E avendo tutte le amiche con figli, sento spesso un distacco nelle nostre conversazioni. Per carità,amo alla follia tutti i loro figli, li considero dei nipoti, ma sono tagliata fuori da tutte le discussioni su pannolini, scuola, dentini,prime parole. Ci vorrebbe meno ipocrisia e silenzio, maggiori gruppi di ascolto, su un argomento così delicato

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